Marocco, caleidoscopio del Nord Africa.
mag 192022Il mio Marocco ...
Dopo 28 anni tornare in Marocco….. in quell’estate del 1994 l’avevo percorso in lungo e in largo (5000 km…) come passeggera in moto, questa volta l’autista ero io ed il percorso più breve. Ma non meno bello!
Siamo partite in tre donne, ed io guidavo il gruppo, non solo perché ne ero l’autista ma anche perché “sono” la Colortravels! E’ vero che i nostri viaggiatori sono abituati a vedermi nel mio campo d’azione (Cuba) e che l’esperto e guida in Marocco è il mio socio Giorgio. Ma così potevo giocare il doppio ruolo, quello dell’organizzatore, e quello che mi piace rivestire di tanto in tanto: quello della viaggiatrice. Un modo per testarci, per capire come funzionano i servizi, dal noleggio auto alle guide e agli alloggi.
Scrive quindi la viaggiatrice.
Il viaggio: Essenza Marocchina, con qualche variante. Una notte in più a Fez all’inizio, che ci ha permesso di fare un’escursione nella bella Meknes (purtroppo tutta avvolta nei restauri) e Volubilis, i resti della grande città romana. L’altra variazione, su mia richiesta, la “cammellata” nell’Erg Chegaga, anzichè a Merzouga.
Vorrei soffermarmi proprio su questa escursione, che è stata per me il clou del viaggio.
Arrivate all’hotel di Zagora (altro mio “must”: 28 anni fa l’avevo adorato ed era stata come un’oasi di salvezza nel caldo di agosto. Niente è cambiato, stupendo come allora, anzi i servizi migliorati e l’accoglienza straordinaria) lasciamo la nostra auto e, dopo un briefing del proprietario dell’Hotel, che fra l’altro ci insegna (molto utile) ad annodarci lo chech/la nostra sciarpa per formare un perfetto ed utilissimo turbante, saliamo a bordo di una 4x4 guidata da un esperto autista.
Percorriamo la strada verso sud, in direzione dell’Algeria, per circa 1 ora e poi, sterzata sulla destra ed entriamo in una pista.
La percorriamo per circa due ore; qui, specialmente per chi non ha mai visto il deserto, se ne può avere un’idea e provare l’emozione unica di un paesaggio sorprendentemente sempre diverso : il fondo sassoso, l’ondulè, la sabbia, qualche roccia. Un paio di soste in prossimità di pozzi dove si abbeverano i dromedari lasciati liberi di gironzolare dai nomadi che poi li prestano a noi turisti per un giretto, e poi arriviamo ad una distesa di dune mozzafiato, alte e dorate, a perdita d’occhio.
Certo, non è il “grande deserto”, come si dice da quelle parti riferendosi al Sahara algerino, ma per una breve esperienza è assolutamente appagante. Poi la passeggiata sulle dune a dorso dei dromedari, ed il campo tendato con il suo tendone - ristorante, falò al centro del campo con cuscino e stuoie, l’immancabile tè alla menta di benvenuto, e i canti dei nostri accompagnatori intorno al fuoco dopo cena. Davvero suggestivo, e per niente scontato. Un piccolo suggerimento per altri viaggiatori che pernotteranno nel campo tendato: porterei un sacco letto. Si rientra poi a Zagora, visitando dei villaggi lungo il cammino, e trascorriamo il pomeriggio nella splendida piscina dell’hotel costruita in mezzo alle palme.
Un viaggio emozionante, dove si alternano i pieni ed i vuoti: i pieni delle medine di Fez, Marrakesh e Meknes, e delle kasbah; i vuoti dei grandi spazi sulle montagne dell’Alto e del Medio Atlante, delle gole dello Ziz, del Tohdra e de Dades, e nel deserto. Una dualità che si riproduce anche nella geografia: clima e vegetazione mediterranea a nord, con distese di ulivi, e clima secco, pre-desertico al sud. E la sorpresa delle oasi.
I colori: tutte le tonalità di verde al nord e sull’Atlante, tutti i colori caldi della sabbia al sud. Il tutto unito, splendido trait de union, dai colori degli abiti, delle spezie, delle terracotte smaltate.
Un paese in cui ci si muove bene, sorprendentemente ben organizzato e pulito, con strade perfettamente asfaltate e continui lavori di ammodernamento. Ho trovato, dopo tanti anni, che le città sono cresciute moltissimo, ma in modo armonico, coniugando le esigenze del cittadino con il rispetto delle parti antiche e delle sue costruzioni.
Abbiamo viaggiato in periodo di Ramadan, il che significa che si vedeva poca gente in giro di giorno, ma non è stato un problema: non abbiamo mai incontrato problemi di servizi e magari eravamo più tranquille, senza gli immancabili slanci di chi vuol farti da guida o da intermediario in qualcosa. Non
male, direi! La full immersion l’abbiamo fatta alla fine dell’itinerario, quando siamo giunte a Marrakesh proprio il fine settimana di chiusura del Ramadan. Ed ecco il pieno!!
Complimenti a Giorgio per l’organizzazione: ottime le mappe scaricate sul telefono per la guida e le sue descrizioni introduttive di ogni tappa (non dimentichiamo che Giorgio è uno dei più profondi e appassionati conoscitori del mondo maghrebino); auto comoda; le scelta delle strutture ricettive meritano una lode: riad bellissimi nelle città, alberghi calati nella realtà e nel paesaggio locali nelle piccole località (penso all’hotel nelle gole del Draa, con i balconi e la grande terrazza a picco sulle gole; al già citato hotel a Zagora), accoglienza impeccabile, colazioni e cene succulente. Cibi freschi, cucinati solo per noi. Dimentichiamo i ristoranti che gioco forza hanno a che fare solo con il turismo, e godiamoci il cibo preparato in modo familiare ed attento dalle cuoche dei riad.
Bellissimo viaggio, bellissima esperienza. Da rifare a breve!